Personalmente non ero a conoscenza di quanto sto per raccontarvi fino a che, l’anno scorso, non mi sono imbattuto in questo articolo scientifico ben fatto e riportato dal British Medical Journal. Mi ero interessato già da tempo ai ritmi circadiani e alla loro finissima regolazione di tutti i nostri processi fisiologici, per cui, leggendolo, non ne sono rimasto eccessivamente stupito, pur dandomi una visione più pragmatica della materia.
Siccome poi in questi giorni mi capitano miriadi di post e commenti su come affrontare le feste ormai imminenti dal punto di vista nutrizionale, ho pensato di differenziare la mia proposta rispolverando questo studio del 2018, lasciandovi anche dei suggerimenti alla fine dell’articolo per fare pace con i propri ritmi biologici in questo periodo forsennato che ci aspetta, nel quale sono messi inevitabilmente a dura prova, senza spaventare nessuno, ma partendo dai fatti per mostrarvi le possibili soluzioni.
La ricerca ha analizzato i casi di infarto avvenuti in Svezia nell’arco di tre lustri, sospettando una loro maggiore concentrazione proprio durante i periodi di feste (soprattutto Natale e fine anno), ipotesi che nasceva del resto da altri studi precedenti. Vi anticipo subito che i risultati hanno confermato quei dubbi e, peraltro, non di poco. Ma, prima che vi intristiate, dobbiamo specificare alcuni aspetti.
Parliamoci chiaramente, per tutti, chi più chi meno, le ferie natalizie non sono giorni di distensione totale: alcuni fervono per i preparativi, altri per i regali acquistati in fretta e furia, altri ancora per la confusione del parentado, senza dimenticare gli spostamenti, per qualcuno anche prolungati, per raggiungere le proprie famiglie. Insomma, per molti può risultare più stressante che riposante vivere queste festività, nonostante il clima che si respira. Esse sono notoriamente anche un tempo di abbandono ai bagordi, che per quanto qualche mio collega provi (giustamente) a normalizzare almeno in questo periodo, non sono affatto un toccasana per il nostro corpo. Anzi, sono proprio uno stress per il nostro metabolismo, che deve smaltire una ingente quantità di calorie e di “schifezze”, che sono un costante stimolo infiammatorio. Aggiungiamoci infine il freddo, che non aiuta il nostro povero cuore, e iniziamo a capire perché gli eventi cardiovascolari acuti accrescano proprio in questo periodo.
In questo quadro, tuttavia, i ritmi circadiani non vogliono essere da mano e cercano di rubare la scena, accontentati pienamente da questa ricerca. Infatti, gli autori dello studio che vi cito hanno scelto di registrare anche l’orario e il giorno della settimana esatti degli avvenuti infarti, per valutare un coinvolgimento in questo senso, a prescindere dalle vacanze considerate. Naturalmente, durante i festeggiamenti di fine anno, compreso il Natale, il nostro orologio biologico si trova costretto a ricalibrarsi a causa degli orari completamente sballati in cui ci sediamo a tavola (e ci rialziamo) per nutrirci e di quelli in cui ci corichiamo (sempre che lo si faccia a Capodanno). In realtà questa operazione non è affatto gradita al nostro organismo e in Natura funziona proprio all’opposto: a adattarci ai suoi cicli dobbiamo essere noi. Questa è dunque un’altra fondamentale ragione per cui il nostro corpo rischia di tradirci più in quei giorni scombinati rispetto al resto dell’anno.
I ricercatori hanno stabilito che il rischio sale del +15% tra il 24 e il 26 dicembre e per il giorno di Capodanno, mentre questo non vale per la vigilia del nuovo anno; se ci addentriamo nei singoli giorni troviamo un +37% il 24 dicembre. Le percentuali sono rapportate a un periodo di due settimane precedenti o successive ai giorni indicati. Per intenderci, per la Vigilia di Natale è stato preso come confronto l’intervallo di giorni 10-23 dello stesso mese. A Capodanno si assiste invece a un +20%.
Inoltre, durante l’intero arco dell’anno, il picco di casi settimanale si registra più spesso il lunedì e circa alle otto di mattino, segno che l’assetto ormonale (il cortisolo è più alto) e le differenze circolatorie (viscosità del sangue più alta e pressione sanguigna maggiore) caratteristiche degli orari mattutini siano determinanti per il precipitare dei sintomi cardiaci.
Dai dati si è comunque verificato che i più colpiti sono stati coloro che avessero più di 75 anni o che fossero diabetici o che patissero malattie cardiovascolari croniche.
Quello che mi interessa fare, come premesso fin dalle prime righe dell’articolo, non è certo preoccupare nessuno in vista dell’avvento in queste festività, ma quello di rinforzare il concetto che i ritmi circadiani non possono essere messi in secondo piano e devono essere considerati protagonisti della nostra salute. Il mio obiettivo è sempre quello di rendere le persone consapevoli, perché si sappia scegliere come comportarsi in ogni occasione senza ignorare le possibili conseguenze. Perciò, approdiamo ai miei suggerimenti per affrontare questo periodo minimizzando, senza ulteriori stress, l’impatto della disregolazione circadiana.
- Per prima cosa, concedersi almeno 7 ore di sonno, collocandole di notte e non puntando per questo la sveglia a mezzogiorno. Questo è essenziale per permettere all’organismo di recuperare dallo stress ambientale di questi giorni e non sovraccaricarlo ulteriormente.
- Non allungare i cenoni fino a tarda ora, poiché alimentarsi di notte stravolge l’assetto ormonale. La digestione non avviene con la stessa prontezza e l’insulina non compie bene il suo lavoro, impennando la glicemia, con tutti i rischi annessi.
- Non compensare la stanchezza con alcool o caffeina, che da un lato funzionano bene a questo scopo, ma dall’altro agiscono su cuore e pressione, e il caffè rallenta il normale ciclo circadiano, oltre a sostituirsi alla dopamina fisiologica.
- I soggetti più a rischio per età e/o patologie pregresse dovrebbero cercare di evitare con maggiore attenzione quanto consigliato sopra. Oltre a ciò, bisognerebbe essere molto cauti a esporsi al freddo senza le dovute precauzioni, per esempio nella notte di San Silvestro o a Natale.
Ovviamente di consigli ce ne potrebbero essere altri, ma che durante le feste sarebbero solo una fonte di stress aggiuntivo. Invece, è bene godersele e viverle con serenità. Perché è sempre e solo la quotidianità che fa la differenza a lungo termine. Quindi per tutto il resto ci vediamo l’anno prossimo, per i buoni propositi.
Buon Natale e felice anno nuovo a tutti!
[Fonte: “Christmas, national holidays, sport events, and time factors as triggers of acute myocardial infarction: SWEDEHEART observational study 1998-2013”, Moman A Mohammad et al., BMJ, 2018; DOI: 10.1136/bmj.k4811]