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Gli effetti del digiuno intermittente sulle malattie metaboliche
  • Categoria dell'articolo:Digiuno / Ritmi circadiani
  • Tempo di lettura:3 minuti di lettura

Oggi torno a parlarvi di crononutrizione, cioè lo studio dell’alimentazione collegato agli orari della giornata. Molti di voi avranno sicuramente già sentito parlare del “digiuno intermittente”, un tipo di regime alimentare in cui si distinguono, durante le 24 ore, una fase di consumo di cibo e una fase di digiuno (che comprenda la notte), generalmente della durata di 8+16 ore rispettivamente, o di 10+14.

Sono ormai tanti gli studi che hanno dimostrato come questo approccio dietetico possa migliorare la qualità della vita e pochi giorni fa è uscita una revisione di questo argomento applicato alla prevenzione e gestione delle malattie metaboliche. Il motivo dell’efficacia di questa suddivisione dell’apporto calorico durante il giorno è semplice: rispetta il nostro orologio biologico. Infatti, i livelli dei nostri ormoni e i prodotti dei nostri geni che controllano l’utilizzazione dei nutrienti e lo stoccaggio dell’energia ingerita sottoforma di calorie è governato da cicli di circa ventiquattro ore, detti ritmi circadiani.

Allineare l’orario di quando mangiamo con l’orologio interno del nostro organismo permette di ridurre il rischio o il carico di condizioni croniche come il diabete, le cardiopatie o le malattie del fegato come la steatosi epatica.

Un aspetto importante del digiuno intermittente è che, nonostante il termine possa suggerirlo, non prevede un taglio delle calorie assunte durante il giorno per godere dei suoi benefici. Questi, sul piano fisiologico, includono l’attivazione di geni quali le sirtuine, proteine che sono correlate a un aumento della resistenza allo stress ossidativo e a promuovere un meccanismo di rimozione di compartimenti cellulari malfunzionanti, noto come autofagia. Inoltre, è in grado di ridurre l’insulino-resistenza in virtù della scansione ferrea dei pasti e migliora la funzionalità intestinale, che durante le ore di buio si modifica, così come il microbiota e questo significa che le risposte del nostro corpo inevitabilmente cambiano quando siamo esposti a un introito calorico di sera/notte piuttosto che di giorno.

C’è ancora molto da chiarire riguardo al digiuno intermittente, ma di sicuro è una realtà che non si può più ignorare, sia come trattamento che come prevenzione.

[Fonte: https://doi.org/10.1210/endrev/bnab027]

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