Quest’oggi ci soffermiamo su un recente studio di coorte, ovverosia uno studio su un gran numero di partecipanti che vengono seguiti per lungo tempo sulla base delle loro abitudini per osservarne le conseguenze. Come al solito, vista la tipologia di studio, non avremo una risposta definitiva alla domanda, ma aggiungeremo un tassello ulteriore alla causa tanto discussa.
Questo studio su più di 520000 persone statunitensi seguite per ben 16 anni ha mostrato una correlazione positiva tra il consumo di uova intere e la mortalità per tutte le cause (quindi una causa di morte qualsiasi), nonché individualmente per patologie cardiovascolari o cancro. Al contrario, il solo consumo di albumi sarebbe associato a un diminuito rischio di morte per tutte le cause e avrebbe un effetto protettivo per alcune malattie prese singolarmente (questo probabilmente perché il colesterolo si concentra soltanto nel tuorlo). Bene, detto questo, quali sono questi aumentati rischi in percentuale? Numericamente, per ogni mezzo uovo in più consumato al giorno aumenta il rischio del 7%, il che, riportato a quantità più pratiche, significa che queste 1,07 volte in più si verificano statisticamente aumentando, per esempio, il proprio consumo settimanale da 3,5 uova a 7 uova. La stessa cosa vale per il rischio di morte da patologie cardiovascolari e per il cancro. Si capisce immediatamente che questi numeri lascino un po’ il tempo che trovano perché fuori scala rispetto a dei consumi ragionevoli; è chiaro che 3,5 uova a settimana di media sono una quantità tutto sommato raggiungibile facilmente, soprattutto considerando che le uova si trovano come molti ingredienti nei dolci che acquistiamo o che prepariamo a casa (biscotti, torte, dolci al cucchiaio…), ma difficilmente andremmo ad aumentare di molto questa quantità settimanale. Se pensiamo tuttavia che questa ricerca è stata svolta negli Stati Uniti, dove i consumi sono maggiorati rispetto alle nostre abitudini europee, tutto acquisisce più senso.
Cosa possiamo dire dunque di questa pubblicazione? Innanzitutto, che i risultati ottenuti sono significativi e sono stati anche corretti statisticamente per diversi fattori di rischio esterni rispetto allo scopo dello studio (BMI, fumo, attività fisica, sesso, età…) nonché per altri apporti alimentari (consumo di grassi saturi, colesterolo, zuccheri…) e questo è apprezzabile. Allo stesso tempo, però, dobbiamo renderci conto di quanto scarso sia l’aumento del rischio di mortalità in proporzione all’aumento dei consumi associato. È bene anche sottolineare che altre metanalisi non hanno mai dato motivo di preoccupazione nel consumare fino a un uovo al giorno, anche se questo nuovo studio si fonda su un numero decisamente alto di partecipanti, alzando la autorità dello studio.
Essendo però le uova fonti non solo di colesterolo, ma anche di sostanze molto benefiche, come vitamine (A, E, poca D, gruppo B), minerali, colina e carotenoidi. Insomma, non c’è motivo di limitare fin quasi a escludere il consumo di uova in una dieta bilanciata come vorrebbero lasciare intendere gli autori dello studio. Del resto, questo è ciò che vale per tutti i gruppi alimentari, come ribadito già tante volte su questi schermi.