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BMI e COVID-19
  • Categoria dell'articolo:Composizione corporea
  • Tempo di lettura:3 minuti di lettura

Fin dagli esordi della pandemia, si è rilevato che l’obesità sia un forte fattore di rischio per ammalarsi gravemente o morire di COVID-19. Questo studio uscito ieri aggiunge però un’osservazione su larga scala (7 milioni di persone) nella popolazione inglese per individuare l’esistenza di una linearità del rischio per incrementi progressivi di unità di BMI (che ricordo essere il rapporto tra peso in kg e statura in metri al quadrato). Sono stati prelevati dati anonimi di pazienti seguiti poi per tre mesi, compresi numerosi possibili fattori confondenti, per evitare influenze nell’associazione sotto studio (fra cui l’età, il sesso, l’etnia, il fumo, e altre patologie croniche).

I risultati indicano che per ogni unità di BMI al di sopra di 23 kg/m² il rischio di ricovero fosse del 5% in più e del 10% per l’accesso alla terapia intensiva, mentre il rischio di morte aumenta solo al di sopra dei 28 kg/m² (+4% ogni 1 kg/m²). Anche al di sotto dei 23 kg/m² il rischio di ricovero e quello di morte aumentano, ma non per il rischio di terapia intensiva. Inoltre, la presenza di diabete di tipo 2 si conferma come un ulteriore fattore di rischio in modo indipendente dall’obesità. Tutti questi risultati si sono replicati anche escludendo i pazienti con misurazioni non aggiornate del proprio peso. È stato verificato che nella fascia di età 20-40 questi risultati sono più accentuati, raggiungendo il 17% di rischio in più di morte ogni 1 kg/m² sopra i 23, anche se ciò può dipendere in realtà dalla scarsa incidenza di casi gravi in questa categoria di persone.

Quanto trovato da questa ricerca è l’ennesima riprova del fatto che l’accumulo di grasso corporeo, specialmente quello addominale, aumenta il rischio di casi severi di COVID-19. Le concause ipotizzate a tal proposito sono, tra le altre, l’insulino-resistenza e uno stato pro-infiammatorio sistemico. Risulta quantomai importante, pertanto, iniziare dalla gestione ponderale la prevenzione dei casi più gravi di COVID-19. Non è certamente un caso, d’altro canto, che il BMI associato al minimo rischio di severità sia quasi equivalente a quello associato alla più bassa mortalità per tutte le cause (22,5 kg/m²).

[Fonte: https://doi.org/10.1016/S2213-8587(21)00089-9]

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