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Gli effetti sulla salute dei dolcificanti non-calorici
  • Categoria dell'articolo:Zuccheri
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L’industria alimentare ha ormai ben compreso che una fetta dei consumatori è sempre più consapevole di ciò che mangia, proponendole continuamente soluzioni alternative apparentemente salutari. Un caso esemplare è quello degli zuccheri aggiunti, oggi spesso rimpiazzati dall’uso di edulcoranti non calorici (NCS) naturali o artificiali. Fermo restando che il consumo di zuccheri debba essere rigidamente limitato nella nostra alimentazione, la letteratura scientifica da tempo si interroga sui reali benefici della diffusione di queste sostanze, specialmente tra i bambini, che si presume siano la categoria più esposta al loro consumo.

Una recente revisione ha fatto il punto sulle incognite di questa sostituzione e sui pericoli nascosti del credere che siano la scelta migliore per i propri figli (e per sé).

Prima di tutto, gli NCS legano gli stessi recettori gustativi per il dolce dello zucchero: questo innesca una cascata di effetti nel sistema digerente (secrezione ormonale e di enzimi gastrici, per esempio) che si aspetterà di ricevere un contenuto calorico che queste molecole non possiedono, stimolando l’assunzione compensatoria di altro cibo. Questo “inganno” potrebbe anche assuefare nel tempo a una preferenza di alimenti dolci nei bambini.

Uno degli aspetti più interessanti è la modificazione del microbiota intestinale di animali alimentati con NCS: alcuni di essi (come quelli estratti dalla Stevia) sono batteriostatici, diminuendo la concentrazione di batteri positivi quali lattobacilli e bifidobatteri causando una cosiddetta disbiosi. Inoltre, i dolcificanti vengono metabolizzati dal microbiota in prodotti che possono alterare il profilo metabolico.

Infine, è stato osservato un aumento dell’assorbimento intestinale di glucosio contribuendo a produrre iperglicemia post-prandiale, ipersecrezione di insulina e suggerendo pertanto un aumento del rischio di diabete.

Anche se servirebbero più studi a lungo termine, il quadro non risulta affatto rassicurante, soprattutto in età pediatrica, poiché tali effetti possono ripercuotersi sulla loro crescita e sull’età adulta. Spero che si capisca, quindi, che l’indicazione “zero zuccheri” non sia indice di salubrità.

[Fonte: https://dx.doi.org/10.3389%2Ffendo.2021.625415]

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