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Nuovi dubbi sul colesterolo
  • Categoria dell'articolo:Colesterolo
  • Tempo di lettura:3 minuti di lettura

Negli anni ’40 del secolo scorso uno studio divenuto celeberrimo stabilì un’associazione tra colesterolo e eventi cardiovascolari (Framingham Heart Study). Dopo circa ottant’anni in cui questo concetto ha dominato la scienza della nutrizione, la tesi come la si conosceva sta iniziando a scricchiolare sotto i colpi delle ricerche del nuovo millennio, che pongono non pochi dubbi sulla sua attendibilità. È il caso dello studio che vi riporto oggi.

I dati di più di 30000 statunitensi adulti provenienti da un’altra coorte sono stati inclusi nello studio per determinare la mortalità su tutte le cause e per cause specifiche del colesterolo sierico totale. Ovviamente, sono state condotte analisi che escludessero l’effetto confondente di altri fattori nelle relazioni trovate. I risultati provengono da 15 anni di monitoraggio.

La mortalità per tutte le cause si è rivelata superiore a livelli di colesterolo totale sotto i 160 mg/dl rispetto all’intervallo preso come riferimento di 160-200 mg/dL (+35% di rischio tra i 120-160, addirittura sotto i 120 il rischio è del +97%). Sopra i 200 mg/dL, ovvero la soglia critica attualmente contemplata dalle linee guida internazionali, non si può accertare una relazione non casuale (valori statisticamente non significativi), ma in qualsiasi caso non mostra una sicura associazione positiva con la mortalità. La mortalità per cancro è altissima sotto i 120 mg/dL (+239%). I grafici ottenuti dalle analisi indicano una curva a U per la mortalità generale e quelle per eventi cardiovascolari e per cancro: i valori minimi di rischio sarebbero rispettivamente di 172 mg/dL, 267 mg/dL e 205 mg/dL.

Ciò che viene osservato in questo studio prosegue una serie di fallimenti nel confermare una relazione lineare tra colesterolo e mortalità. Si evince tuttavia dalla curva a U che valori troppo bassi e troppo alti di colesterolo siano dannosi, ma anche che molto probabilmente la soglia critica di 200 mg/dL dovrebbe essere rivista e alzata. Comunque, questo rimane uno studio epidemiologico, seppur su larga scala, e riguarda esclusivamente il colesterolo totale, senza distinguere tra LDL e HDL. Forse, però, è il caso di iniziare a rifletterci.

[Fonte: https://doi.org/10.1186/s12986-021-00548-1]

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