Si torna su questi schermi a parlare di colesterolo, nuovamente cercando di assolvere questa sostanza dalla campagna denigratoria imperante nonostante la letteratura dica oggigiorno il contrario. È appena uscito uno studio che, per l’ennesima volta, dimostra che il colesterolo “cattivo” (quanto mi disgusta questa definizione) non si innalza se lo si assume anche in grandi quantità dall’alimentazione, a patto che si segua un regime alimentare nel complesso corretto. Ma c’è anche dell’altro.
I partecipanti allo studio (tutti almeno sovrappeso) sono stati suddivisi in gruppi che assumessero per un anno intero una dieta a basso contenuto di carboidrati o a basso contenuto di grassi. I ¾ dei soggetti del primo gruppo, in virtù del basso apporto di carboidrati, hanno finito per introdurre ben oltre il limite massimo di colesterolo giornaliero indicato come salutare dalle linee guida italiane (300 mg), aumentando di circa il 40% l’introito rispetto alle loro abitudini prima dello studio. Uno scenario opposto è occorso al secondo gruppo.
Alla fine dell’anno di entrambi questi due regimi alimentari, mediamente non si è rivelata alcuna differenza nelle concentrazioni di colesterolo sanguigno, né LDL, né HDL, né dei trigliceridi circolanti rispetto alle analisi effettate al momento del reclutamento.
Quello che si ricava da questa ricerca è che non sia affatto il singolo nutriente a fare la differenza, ma dell’intera struttura dietetica. Anche aumentando il consumo di colesterolo nell’ambito di un regime alimentare sano, non si osservano cambiamenti e viceversa non succede diminuendolo (nemmeno con una dieta ipocalorica con pochi grassi). L’impennata di consumo di colesterolo (ma anche certamente di grassi saturi) nel primo gruppo è certamente stata compensata dalla limitazione di carboidrati raffinati e zuccheri semplici, che ricoprono effettivamente un ruolo determinante nell’aumento di LDL.
Eppure, le raccomandazioni attuali sono rimaste un po’ indietro e ci si auspica possano adeguarsi a queste evidenze ormai numerose, spostando l’attenzione non sul colesterolo dietetico, ma sulla dieta nel suo complesso e su un eccesso di zuccheri.
[Fonte: DOI: 10.3390/nu13061935]